carta di comunità

Questa è la nostra carta di comunità. Grazie a Federico Baiocco che quel 5 giugno era presente e ha contribuito a redigerla, possiamo arricchire queste parole con la sua testimonianza che ci aiuta a contestualizzare e comprendere a fondo lo spirito che ha portato alla sua stesura. Per visualizzare le note cliccare sull’icona 1.

Carta della comunità scout italiana Foulard bianchi Notre Dame de Lourdes

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Noi, rovers, scolte, capi, assistenti ecclesiastici e adulti scouts d’Italia3, avendo incontrato 4e vissuto la realtà di Lourdes5, ci riuniamo nella Communauté Notre Dame de Lourdes e per essa nella Comunità italiana Foulards Blancs, per aiutarci6 a comprendere quello che il Signore ci dice attraverso il messaggio di Lourdes ed a trasferirlo nella nostra vita di tutti i giorni.7

Riconosciamo nella realtà di Lourdes una scuola di vera apertura a dare il poco che abbiamo per ricevere il molto che ci manca, e quindi una occasione privilegiata per approfondire e vivere la nostra scelta Scouts, di autoeducazione e di servizio e la nostra scelta cristiana e cattolica. 8

Concretiziamo 9 la nostra adesione ai seguenti punti:

  • devozione a Maria e particolare attenzione al Suo messaggio imperniato sull’umiltà, sulla preghiera e sulla penitenza, impegno a vivere ed approfondire la spiritualità;10
  • servizio ai malati a Lourdes e nella vita di tutti i giorni, inteso come contributo alla realizzazione di una società più giusta ed in cui sia legge la carità ed ogni persona sia considerata per sé stessa e non in base alla capacità di compiere azioni utili e produttive; 11
  • servizio ai giovani inteso come disponibilità costante all’incontro e come testimonianza e diffusione del Messaggio di Lourdes nel mondo giovanile; 12
  • impegno a compiere un servizio a Lourdes ogni anno alle dipendenze dell’Hospitalité o di altre organizzazioni di pellegrinaggi.

Riteniamo cosa buona 13che la comunità, pur vivendo unita, si articoli nei due momenti del noviziato e del titolare, essendo il primo di scoperta e di verifica dell’adesione alla realtà di Lourdes, ed il secondo come impegno definitivo e come tale riservato ad adulti, cioè a chi ha fatto dell’educazione permanente14, secondo i quattro punti di Baden-Powell, la formula della propria strada.15

Questa Carta di comunità, revisionata ed approvata il 5 giugno 1977 da quanti si riconoscono in essa e appartengono alla nostra comunità e depositata a Lourdes, accoglie i nomi di quanti vorranno confermare o iniziare la loro strada con noi.16

Ed è sottoscrivendola che ognuno di noi rinnova 17la propria promessa scout ripetendo:

Ho promesso sul mio onore
con l’aiuto di Dio e della Vergine di Lourdes,
di compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese,
di aiutare il prossimo in ogni circostanza e di osservare la Legge Scout.
Mi impegno, inoltre, a servire i malati ed i giovani a Lourdes ed ovunque,
nello spirito dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes.

  1. Questa carta è stata approvata dall’Agesci e dal Masci, ma la sua genesi ebbe luogo al di fuori delle associazioni. In un momento drammatico della storia dello scoutismo italiano, noi andavamo a scrivere chi eravamo e abbiamo pensato e ragionato ogni singola parola che la compone.

  2. In questa prima riga abbiamo concentrato tutte le nostre speranze che ci si potesse ricongiungere all’Agesci, e quando nell’84 avvenne la ricongiunzione decidemmo di non inserire comunque alcun riferimento all’associazione nella carta che è l’essenza del nostro essere. I riferimenti sono stati messi poi nel regolamento.

  3. Abbiamo scelto queste parole “avendo incontrato” che ricordano l’incontro di Paolo sulla via di Damasco.

  4. Lourdes è una realtà vera in quanto unico santuario dove c’è un messaggio e questo messaggio deve determinare un cambiamento nella nostra vita reale e quotidiana.

  5. La comunità è fondamentale perché ci aiuta a capire questa carta dà valore alla comunità, non il contrario.

  6. In quegli anni le associazioni che portavano i malati a Lourdes erano solo in pellegrinaggio, svolgevano un servizio importante ma per un certo e determinato periodo. Ma lo noi come scout ci sentivamo in servizio sempre e ci siamo sentiti in dovere che tutto questo doveva essere trasferito oltre Lourdes e non solo a Lourdes.

  7. Erano anni duri e violenti, anni di “okkupazione” e non volevamo perdere le nostre radici scout e cristiane, abbiamo avuto un dubbio se inserire la scelta religiosa. A Lourdes si poteva prestare servizio anche se appartenenti ad altre confessioni o atei, ma per noi è apparso molto importante definire la nostra identità.

  8. Refuso originale che poi è sempre rimasto.

  9. Maria come strumento di accettazione dello sconosciuto, di sacrificio ed educazione per quel che poteva nei confronti di Gesù. Spesso ci sentiamo inadeguati come strumenti di educazione, ma dobbiamo pensare che un educatore non è un insegnante che conosce un argomento meglio di altri, ma è uno strumento rispetto al come ci si può rapportare di fronte al problema. Nella vita quotidiana frenetica molto spesso non siamo in grado di capire a fondo il messaggio. Ad accettare, comprendere e vivere la penitenza e a pregare non per noi stessi ma per gli altri che è l’unica chiave che dà valore alla nostra preghiera.

  10. Questo punto dimostra la nostra reattività nei confronti dell’handicap. Il giudizio della persona non in base alla sua capacità produttiva. La parola handicap nasce dalle corse dei fantini. I più bravi dovevano correre con un cappello molto grande che con il movimento rischiava di cadere, con penalità l’esclusione dalla gara, per questo correvano con una mano sul cappello (hand in cap). I fantini handicap erano, in realtà, i migliori.

  11. Il messaggio di Lourdes deve essere rivolto ai giovani. In Italia le famiglie con disabili sono circa l’8,5% e rappresentano circa oltre 3 milioni di persone e il 50% circa di queste è composto da una famiglia monoparentale. Una persona sola. Il servizi sanitario nazionale non è in grado di assistere tutti e se non ci fossero le associazioni di volontariato queste persone sarebbero abbandonate a se stesse. I giovani sono il futuro, senza i giovani siamo finiti. Per questo il messaggio di Lourdes deve essere indirizzato principalmente a loro.

  12. Abbiamo scelto di non scrivere “fondamentale” o “indispensabile”, ma cosa buona.

  13. Non servizio, ma adesione a trasmettere il messaggio di Lourdes

  14. Non siamo mai fermi, ma sempre in cammino secondo i 4 punti di BP che ci hanno fatto essere quello che siamo. Ma siamo in viaggio come dentro a un pulmino, insieme, se uno sonnecchia, ben venga, se canta o parla, ben venga. L’importante è stare insieme. Verrà per tutti e per ciascuno il momento di prendere responsabilità.

  15. La carta originale fu stampata su pergamena e murata denti un abbazia in luogo sconosciuto perché non sarebbe dovuta più cambiare. Ne scrivemmo una copia identica che portammo a Lourdes e firmammo tutti.

  16. Rinnovare. Questa parola è fondamentale per noi perché riconosce che chi voleva entrare in comunità doveva aver fatto il suo percorso, doveva aver già fatto la sua promessa scout per rinnovarla poi con i Foulard bianchi. Per questo la promessa non inizia con la parola “prometto” ma “ho promesso”. Inoltre nella promessa vi è una identificazione chiara. Lo spirito è oltre l’associazione, la supera. Entrando nei foulard bianchi non sono più privilegiato ma più responsabilizzato

One thought on “carta di comunità

  • 18 Gennaio 2015 at 20:33
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    Brava Alexia. A cominciare da me spero che la rilettura e migliore comprensione , grazie alla appassionata spiegazione di Federico, possa essere stimolo a migliorarsi per viaggiare “davvero” insieme sul pulmino.
    Dora

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